Energia solare nella Città del Vaticano
Sfruttare quanto più possibile le fonti di energia rinnovabili per giungere, primo in Europa, all’obiettivo di utilizzarne almeno il 20% del consumo totale nel 2020. È il traguardo che i tecnici dello Stato della Città del Vaticano si sono posti da quando hanno iniziato a studiare il modo migliore di sfruttare tutto quanto è a disposizione sul suo territorio (o,44 chilometri quadrati di estensione) per ottenere energia.
Dalla teoria alla pratica: il Vaticano ha iniziato la conversione ad un profilo più “verde” installando pannelli solari sull’Aula Nervi perché è uno degli edifici più moderni e quindi più compatibili con tecnologie di questo tipo. Inoltre, vi era anche l’esigenza di rinnovare e di ristrutturare comunque la copertura del tetto. In un certo senso, l’architetto Nervi fece quasi una progettazione premonitrice, utilizzando delle tegole frangisole costituite da una metà rivolta perfettamente a sud e da una metà a nord. Benedetto XVI porta così avanti il desiderio di Giovanni Paolo II di trasformare il Vaticano in una struttura più ecologicamente sensibile. I 2.400 pannelli montati sui 5.000 metri quadrati del tetto dell’auditorium Paolo VI produrranno la bellezza di 300 megawatt all’anno.I pannelli sono stati donati dalla compagnia tedesca Solarworld il cui boss, Frank Asbeck, aveva già incontrato il Papa nel 2002 per chiedere la sua benedizione sperando in un calo dei furti sui suoi pannelli durante il trasporto. Il prossimo progetto sarà quello di creare un sistema di riscaldamento solare nella cosiddetta “zona industriale”.