Verso un modello di sviluppo OffGrid, TEDxArezzo

Il modello di sviluppo a cui siamo tutt’oggi abituati è poco attento al crescente consumo energetico, delle risorse e del territorio. Inoltre è caratterizzato da una concentrazione degli elementi di controllo e di distribuzione delle risorse (energia, cibo, finanza, etc…). È un modello insostenibile per l’ambiente, inefficiente da un punto di vista economico e del tutto fuori controllo per l’esubero di reti, scambi e transazioni che lo contraddistinguono. Non è aderente alle necessità che l’hanno generato: è facile comprenderlo anche da tanti esempi quotidiani. Quale modello può dunque dirsi davvero sostenibile per le risorse e l’energia? Lo è di sicuro un qualunque sistema a ciclo chiuso che reperisca, ricicli e reimmetta risorse ed energie solo e soltanto all’interno del territorio in cui si trova, un sistema distaccato dalle reti, ossia Off Grid. Un assetto Off Grid è libero da dipendenze o forniture esterne ed è capace di resistere al meglio sia a calamità naturali sia a indebolimenti o crolli di sovrastrutture economiche, politiche o finanziarie. Oggi si possono costruire o ristrutturare comunità, abitazioni o villaggi completamente Off Grid: è un’operazione tanto tecnologicamente realizzabile quanto economicamente vantaggiosa. Un ruolo fondamentale lo ricoprono le energie rinnovabili. La loro interconnessione ne consente l’efficientamento energetico, importante per sopperire al loro carattere discontinuo. La loro diminuzione di costo degli ultimi anni ha dato spazio alla loro appliciabilità economica ed è alimentata da una domanda di mercato sempre più crescente. Quali sono dunque le barriere da dover superare per facilitare questa transazione? Sicuramente ci sono barriere culturali da abbattere, è importante far comprendere a tutti quali tecnologie possano concorrere efficacemente all’indipendenza energetica e delle risorse. Tali tecnologie, al contrario di quanto si creda, sono spesso robuste e di facile manutenzione. Esistono anche barriere economiche e di complessità di implementazione: sono però barriere che tecnici, amministratori, architetti ed ingegneri possono rimuovere lavorando con creatività, innovazione e obiettivi di semplificazione. Verso tale rotta si muove un progetto tutto aretino, l’Off Grid Box. Si tratta di un locale tecnico facilmente trasportabile, Plug and Play, che consente il distacco completo delle strutture abitative dalle reti energetiche e dalle risorse. È, questo, un chiaro esempio di come rimuovere barriere di complessità porti ad elidere barriere economiche e culturali, oltre a rendere accessibili risorse anche in contesti di cooperazione e sviluppo in parti del mondo finora svantaggiate, verso un accesso alle risorse più indipendente, contemporaneo e sostenibile.

Andrea Baldini
Nato ad Arezzo 33 anni fa, dove vive. Si laurea nel 2006 a Firenze in Ingegneria per l’ambiente e il territorio, specializzandosi in Sistemi Energetici e Interazione tra le Macchine e l’Ambiente. E’ stato ricercatore per 2 anni presso il Dipartimento di Energetica Stecco di Firenze, occupandosi di ottimizzazione energetica di macchinari industriali e di solar cooling. Dal 2008 lavora con La Fabbrica del Sole, di cui è socio, e dal 2009 ne è responsabile tecnico. Si occupa principalmente di sistemi di climatizzazione a fonti rinnovabili e di progetti di cooperazione internazionale per edifici o comunità off grid. Collabora alla ricerca e sviluppo di tecnologie off grid, con particolare attenzione al progetto Off Grid Box, per il quale il team di ricerca ha vinto il National ENERGY GLOBE Award Italy 2014.