Grazie alle relazioni costruite in occasione delle diverse attività con partner stranieri, non di rado la partecipazione di SEUM come rappresentante dell’Italia è stata richiesta in percorsi di scambio interculturale in particolare nell’ambito dei progetti transnazionali. Il confronto è soprattutto sulle modalità metodologiche, le scelte e la progettualità inerente i Beni culturali, architettonici e archeologici; la gestione ambientale; la comunicazione, mobilità e segnaletica urbana; il restauro; le tecniche esecutive e i materiali costitutivi tradizionali. I paesi coi quali SEUM ha collaborato: Spagna, Grecia, Tunisia, Francia, Stati Uniti, Argentina, Israele, Palestina, Finlandia, Iraq. L’area medio orientale è superfluo ricordare che rappresenti la radice per la nostra civiltà.
Il Mediterraneo è mare che collega le sponde di tre continenti, dove sono nate le principali civiltà classiche Egitto, Persia, Grecia, Roma e che in un lembo di terra tra il Giordano e il mare ha visto sorgere ed espandersi le principali fedi che si ispirano ad Abramo; da sempre è stato attraversato per scambi commerciali e culturali o per controllo e conquista. Avviata nel 2007 con un progetto che raccoglieva in un’ideale Strada per la pace alcune municipalità di Israele e Palestina, questa attività è progredita e ancora oggi mostra possibilità di sviluppo: SEUM è coinvolta in progetti di formazione e recupero in alcuni paesi della zona.
Nell’ambito del progetto Scenografia urbana, coordinata da SEUM per il Comune i Arezzo, si è proposta una grande pittura murale, con una tecnica affine all’affresco: colori a calce e pigmenti minerali applicati su un intonaco appositamente realizzato. Questo grande dipinto, che raffigura un particolare dalla Battaglia di Eraclio contro Cosroe re dei persiani, affresco di Piero della Francesca presente nella cappella Bacci in San Francesco ad Arezzo, misura oltre ottanta metri e si sviluppa per circa duecento metri quadrati realizzati in soli dieci giorni di lavoro. L’opera riqualifica la galleria delle scale mobili che dai parcheggi nord conducono alla parte alta della città. Invitati da SEUM vi hanno preso parte dieci tra artisti e semplici appassionati provenienti da Argentina, Finlandia, Francia, Israele, Marocco, Palestina, Spagna, Stati Uniti, Tunisia e un gruppo di allievi del Liceo Artistico di Arezzo, partner di SEUM; con questi ultimi si è proceduto a preparare i cartoni per lo spolvero e i colori di base. La realizzazione ha rappresentato un vero e proprio evento che ha coinvolto, oltre agli artisti intenti all’opera, le persone che transitavano lungo il percorso e le istituzioni cittadine. Un particolare affiatamento si è instaurato tra tutti gli intervenuti che, nonostante culture e lingue differenti hanno infine affermato che l’arte abbatte le barriere e consente di parlare una lingua comune.
Partners
• Université europeenne metiérs finition, Parigi, Francia
• Turun Ammattiopistosaatio, Turku, Finlandia
• Municipalità di Akko, Israele
• Fondacion laboral construcion Asturias, Spagna
• Institut Gaudì construcciò, Barcellona, Spagna
• Municipalità di Nablus, Palestina
• Institut superieur beaux arts, Tunisi, Tunisia
• Municipalità di S. Miguel de Tucuman, Argentina
• Extramuros, Tetouan, Marocco
• Oklahoma university in Arezzo, USA
• Istituto Superiore Piero della Francesca, Arezzo, Italia
Una delle città più antiche del mondo, a ridosso del deserto abitato dai beduini, ha nel suo centro storico l’espressione più autentica dello spirito del luogo. Patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco, è questo il traguardo che Hebron, Al Khalil per gli arabi, ha raggiunto proprio mentre SEUM era impegnata nel restauro dell’Hammam e dell’allestimento del Micro Museo. Poco lontano dalla moschea di Abramo, luogo sacro per Ebrei, Cristiani e Musulmani, il bagno turco più antico della città risale all’epoca Mamelucca (secc. XIII – XV). Dismesso da decenni ha svolto funzioni di museo ma l’abbandono e la situazione complessiva del centro storico, dove insediamenti ebraici impediscono la circolazione e le libere attività dei palestinesi, hanno richiesto un urgente e non semplice intervento di recupero e valorizzazione.
L’Hebron Rehabilitation Committee, organismo pubblico che cura la salvaguardia del patrimonio storico locale, ha coordinato le attività e SEUM ha contribuito alla progettazione, direzione tecnica e incremento delle capacità dei professionisti e dei tecnici coinvolti nel complesso e articolato intervento. Il sito oltre che museo di se stesso sarà adibito a Centro visitatori per la promozione della città e della Palestina meridionale e SEUM ha contribuito anche alla Comunicazione visuale e all’allestimento di un piccolo museo interno. Gruppi di studenti italiani sono stati partecipi dei lavori con trasferte sul posto e lo scambio si è completato con la visita di studio di tecnici palestinesi in Italia. Il progetto ha coinvolto anche il Ministero del turismo e antichità dell’autorità palestinese e il Politecnico di Hebron.
Nell’ambito del progetto di restauro del bagno turco nella città vecchia di Hebron e la creazione di un Visitors center, è stato presentato un ulteriore progetto per l’allestimento di un Mini museo posto all’entrata del Visitors center, che raccogliesse alcuni reperti archeologici ed etnografici che negli anni erano stati depositati nel bagno ma estranei a questo. I pezzi, di notevole interesse storico artistico risalgono a varie epoche: cananea, romana, crociata, mamelucca e al periodo successivo all’impero ottomano. Sono presenti macine in pietra, urne funerarie, lapidi con iscrizioni, colonne, capitelli, strumenti di uso quotidiano.
Con l’aiuto di tre gruppi di allievi del Liceo artistico i pezzi sono stati catalogati, restaurati e infine collocati in maniera razionale all’interno di due vani che accolgono l’esposizione. La realizzazione del catalogo esplicativo completa l’intervento.
Tutte le strutture per appoggiare gli oggetti così come la segnaletica realizzata con frecce e telai per i pannelli descrittivi, sono state costruite con tubi di ferro e lamiere saldate, così da dare un’immagine minimalista e unitaria al tutto.
Il progetto PMSP Palestinian Municipality Support Program, gestito dal Consolato generale d’Italia a Gerusalemme, finanziato dal Ministero degli esteri e coordinato da SEUM, era rivolto al restauro del più antico bagno turco e alla realizzazione di un centro di informazioni turistiche nella città vecchia di Hebron, inserita nel 2017 nei siti patrimonio dell’Umanità da Unesco. Il progetto della durata di 4 anni ha visto coinvolti anche tre gruppi di cinque studenti del Liceo artistico di Arezzo.
Il primo gruppo nel 2014, ha catalogato dei pezzi archeologici presenti nell’hammam, il secondo nel 2016, li ha restaurati e il terzo nel 2017, ha allestito un piccolo museo posto proprio all’entrata del Visitors center. Tra loro erano presenti allievi della sezione Multimediale che hanno provveduto a realizzare reportage fotografici e video sulla loro missione e su Hebron e Palestina. Qui una selezione degli scatti di Enrico Cencini e un montaggio delle riprese di Luca Mazzoni, Mattia Buracchi, Martina Briganti.
La cittadina di Tulkarem, nel nord del paese, soffre di una condizione di disagio che è esasperata dalla presenza di insediamenti e dalla contiguità del muro di separazione da Israele e la presenza di due campi profughi istituiti dopo il 1948, insieme tra i più vasti della Cisgiordania. Tuttavia la sua collocazione l’ha premiata nel corso della storia e oggi sta rivalutando i pochi beni residui e ha avviato un efficace processo di riqualificazione urbana di cui il progetto con SEUM rappresenta uno dei primi e importanti tasselli.
Il palazzo dell’ex governatorato Ottomano era un edificio malconcio, recuperato a magazzino e poche altre funzioni, in fase di abbandono e in presenza di un forte degrado.
L’attenzione dell’amministrazione locale con l’apporto del PMSP Palestinian Municipality Support Program del Ministero degli esteri italiano, hanno permesso il recupero dell’edificio e il sua riattamento a destinazioni compatibili e sostenibili come un centro visite, una sala conferenze e spazi espositivi e per piccoli spettacoli, botteghe per la vendita di prodotti locali, un ristorante tradizionale e una foresteria con una quindicina di posti. I lavori di restauro, condotti nel massimo rispetto dei segni che il tempo ha impresso sull’edificio, hanno recuperato l’originario aspetto del palazzo e, diretti dai tecnici italiani, sono stati eseguiti da una squadra di operatori del posto in formazione che stanno riscuotendo consensi anche fuori dal contesto locale.
La strada della pace, coinvolge tre città Israeliane (Akko, Taibeh e Haifa) e tre Palestinesi (Gerico, Nablus e Tulkarem) unite da una strada virtuale e virtuosa che richiede capacità di coordinamento e partecipazione ad attività condivise. Gli assi di intervento sono la valorizzazione del territorio attraverso il turismo, i prodotti tipici e il patrimonio culturale e architettonico. Dopo una missione nell’area SEUM ha organizzato e gestito un percorso sul restauro del patrimonio architettonico monumentale con sede ad Arezzo che ha coinvolto i tecnici delle città partecipanti in un percorso intenso e appassionante.
Hanno aderito all’iniziativa le istituzioni locali, gli ordini professionali, la Soprintendenza ai beni Storici Artistici e Architettonici, le imprese. L’incontro tra i rappresentanti italiani che hanno visitato Israele e Palestina e il periodo trascorso ad Arezzo hanno permesso l’instaurarsi tra i partecipanti, appartenenti a fedi e nazioni differenti, di una condivisione di traguardi e la speranza di dialogo. Il corso ha visto momenti di intensa teoria, attività pratiche, prove di restauro, visite culturali, visite in cantieri e laboratori. Non di meno una partecipata vita di gruppo e l’organizzazione di momenti conviviali ha stemperato le tensioni e avvicinato i partecipanti e i loro formatori.